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Ora che i veicoli a batteria fanno sempre più parte delle nostre vite, ma i punti pubblici di ricarica non sono ancora molto diffusi, lasciare la propria abitazione con le batterie cariche, o con una sufficiente autonomia per gli spostamenti di giornata, rappresenta un plus da non sottovalutare, soprattutto per chi abita fuori dai centri urbani o nelle zone di provincia.

Ricaricare l’auto da casa

In attesa che la rete di ricarica pubblica venga ampliata in tutto il territorio, ricaricare il veicolo nella propria abitazione rimane la soluzione migliore, nonché la più economica, considerando un costo medio che nel 2020 oscillava tra i 15 e i 30 centesimi per ogni kWh.

Per poter installare la base di ricarica in casa è necessario aumentare la potenza della propria fornitura elettrica? Per ora no. Secondo alcune stime diffuse da e_mob Italia, la carica di un veicolo a batteria incrementa di 1.500 kWh il consumo annuo dell’unità abitativa, il che potrebbe quindi rendere non necessario l’aumento della potenza.

Inoltre, dallo scorso 1 luglio, è possibile beneficiare dell’aumento gratuito di potenza fino a 6 kW per gli utenti in bassa tensione nelle ore notturne e nei giorni festivi.

I connettori domestici

La ricarica domestica può avvenire attraverso due modalità, definite Modo 2 e Modo 3

La soluzione Modo 2 prevede l’utilizzo di caricatori portatili, dotati di una control box collegata al cavo di alimentazione per garantire la sicurezza dell’operazione. Con questa modalità è possibile ripristinare l’autonomia del veicolo semplicemente collegandolo a prese di corrente di tipo Schuko o industriali.

È possibile invece ricaricare attraverso Modo 3 se il box è dotato di una specifica wallbox a corrente alternata in grado di fornire corrente elettrica direttamente al caricatore interno della vettura attraverso il connettore standard per le infrastrutture a corrente alternata. 

Gli incentivi per le infrastrutture di ricarica

È importante ricordare che l’acquisto e le opere di posa delle infrastrutture di ricarica sono al momento incentivati da una detrazione fiscale del 50%, calcolabile su un importo massimo di spesa di 3.000 euro.

Il bonus può salire fino al 110%, nel caso in cui tali interventi siano stati effettuati contestualmente a opere trainanti di efficientamento energetico.