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Per approdare a una mobilità più green non è necessario eliminare completamente il motore a combustione interna, avendo quindi come unica alternativa la mobilità elettrica, ma è invece possibile valutare carburanti alternativi. Se riuscissimo a togliere la CO2 dai carburanti avremmo infatti un beneficio immediato sull’intero parco circolante, con un impatto paragonabile a quello dell’elettrico. 

Ma quali sono le alternative effettive

I biocarburanti

A esporsi a favore dei biocarburanti è Giuseppe Ricci, direttore Energy Evolution dell’Eni, e presidente di Confindustria Energia, il quale afferma: “Con i nostri biocarburanti a base di oli vegetali idrogenati – in breve, aggiungiamo idrogeno all’olio vegetale ricavato dai rifiuti per togliere l’ossigeno, che sporca il motore -, la riduzione delle emissioni di CO2 oscilla tra il 60 e l’80%”.

Abbandonando i combustibili fossili l’intero settore della raffinazione dovrebbe riconvertirsi e affacciarsi a nuovi materiali, ma la soluzione sarebbe più semplice del previsto. 

“Siamo un Paese povero di materie prime energetiche e, ahimè, ricco di rifiuti. Se riuscissimo a trasformare quest’ultimi in materia prima, sarebbe una situazione win-win”.

Ma come lo si può fare? Due sono le strade possibili: liquefare i rifiuti organici estraendone olio e acqua riutilizzabili; trasformare gli indifferenziati e le plastiche in un gas di sintesi che può diventare a sua volta idrogeno oppure metanolo/etanolo”.

I carburanti sintetici 

I synfuel, o carburanti sintetici, sono un’altra alternativa. Ottenuti combinando idrogeno (meglio se “verde”, cioè prodotto usando energia rinnovabile) e anidride carbonica catturata dall’ambiente, i synfuel sono in questo senso la strada da percorrere secondo Porsche che, con Siemens Energy, ha avviato un progetto pilota in Cile per realizzare il primo impianto per la produzione di e-fuel su larga scala.

L’idrogeno

L’idrogeno rappresenta per molti la tecnologia risolutiva da usare per generare elettricità tramite le fuel cell o direttamente come carburante. Diverse sono già state le Case automobilistiche che si sono adoperate in questa direzione e, a oggi, Toyota sta sperimentando un tre cilindri alimentato da idrogeno conservato allo stato gassoso in bombole ad alta pressione.

A favore dell’idrogeno c’è anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che proprio in questa tecnologia vede la chiave su cui basare il piano energetico italiano.

Le alternative al motore a combustione interna, senza ricadere per forza sull’elettrico, sono quindi molteplici, ma la strada per la transizione a una mobilità green è ancora lunga e tortuosa. Quale sarà dunque il carburante alternativo del futuro?