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Il problema degli incentivi ai combustibili fossili

Herbert Diess, amministratore delegato di Volkswagen Group e del marchio Volkswagen, è una delle figure del mondo dei trasporti che più si è speso a favore della transizione alla mobilità a batteria. 

In occasione del Salone di Monaco, Diess ha riaperto il dibattito sul tema , sollevando il problema degli incentivi ai combustibili fossili che, a suo avviso, sarebbero l’ostacolo che rallenta il passaggio al green. 

“Si stima che in tutto il mondo i sussidi per le tecnologie fossili siano ancora molto più alti degli investimenti sulle energie rinnovabili. I sussidi al carbone, la tassazione ridotta per il diesel, l’esenzione fiscale del cherosene e i viaggi aerei con Iva ridotta stanno rallentando la transizione verso le rinnovabili” afferma il manager bavarese, chiedendo ai legislatori di Germania e Europa maggiori interventi.

Mix energetico: l’esempio della Svezia

Intervenire sul mix energetico dei diversi Paesi è attualmente la via più facilmente perseguibile. Laddove molte nazioni sono ancora fortemente legate ai combustibili fossili (in Germania le emissioni ammontano a 8,4 tonnellate pro-capite, 7 tonnellate per la Cina e 16 tonnellate per gli Stati Uniti), l’esempio da guardare è fornito dalla Svezia che, grazie alla tassazione della CO2, ha diminuito le emissioni fino a 4,2 tonnellate, senza compromettere il tenore di vita degli abitanti.

Diess ha fatto notare come “il Paese scandinavo è una delle economie a più rapida crescita in Europa” e che “la decarbonizzazione renderà molte cose più accessibili, non più costose”.

In conclusione, a suo avviso, “ridurre la CO2 è possibile senza sacrificare il nostro tenore di vita” e, non da ultimo “la protezione del clima e la qualità della vita non sono in contrapposizione. La protezione del clima è più economica dell’adattamento ai cambiamenti climatici e apporta benefici sostenibili per la qualità della vita”.