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Proiettati nel futuro: il caso del settore noleggio

Lo scorso maggio il rapporto Aniasa titolava: “Alla guida della transizione ecologica – Ottimismo, sostenibilità, progresso”. Il programma del neopresidente Alberto Viano, fotografa lo stato di salute di un settore strategico per la mobilità di cose e persone.

MOLTI SEGNI POSITIVI: IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

La flotta circolante di durata non inferiore a 12 mesi ha sfiorato il milione di unità (973.089), il 5,3% in più rispetto al 2020. Ma se a questo numero si aggiungono i veicoli del cosiddetto rent to rent, ossia la flotta noleggiata a operatori nel breve termine (49.127) e quella per esigenze temporanee della clientela di durata non inferiore a 12 mesi (9.818), si supera il milione di unità (1.032.034).

Lo scorso anno, nonostante l’allungamento dei tempi di consegna provocato dalla crisi dei chip e dall’affanno della logistica, sono stati targati 304.903 veicoli, tra autovetture e furgoni, il 21,6% in più dell’anno precedente. Di questi, ben 123.465 sono “green”, ossia veicoli ibridi ed elettrici, che sono cresciuti del 144% nel giro di appena un anno, arrivando a pesare per oltre il 40% sul targato a noleggio. Il fatturato totale a fine anno ha sfiorato gli 8,8 miliardi di euro (+12%), 6,07 dei quali derivanti da contratti di noleggio (e rinoleggio), di cui 5,09 miliardi (l’83,8%) provengono dalle auto, 955 milioni (il 15,7%) dai furgoni, quasi 28 milioni (lo 0,5%) dalle moto e appena 84 mila euro da altri veicoli.

LA CORSA DEI PRIVATI

Se si disaggrega il fatturato da noleggio a lungo termine per tipologia di cliente, risulta che il 69,4% (4,21 miliardi di euro) proviene da aziende, il 18,6% da privati con codice fiscale (1,13 miliardi), il 5,7% da privati con partita Iva (349 milioni) e il restante 6,3% da pubbliche amministrazioni (384 milioni).
I privati risultano dunque valere, nel loro complesso, il 24,3% dei ricavi e il 15% della flotta (99.379 esemplari a privati con codice fiscale e 51.841 a quelli con partita Iva).
“Il noleggio a lungo termine sta diventando una formula di acquisizione dell’auto sempre più “familiare” per i privati, perché di fatto prevede un uso esclusivo dell’autovettura, liberando al tempo stesso l’utilizzatore da una serie d’incombenze tipiche della proprietà” commenta Aniasa.

NLT VERSO I 260 MILA

Nel 2021 le società di noleggio a lungo termine hanno immatricolato 259.215 vetture, segnando una crescita percentuale del 22%. Un dato particolarmente significativo considerando che il resto del mercato (escluso l’Nlt) è cresciuto solo del 3%.
Il risultato di questo andamento è che la penetrazione delle immatricolazioni delle vetture a noleggio a lungo termine, sul totale del mercato, ha raggiunto lo scorso anno il 18%, un deciso aumento rispetto al 15% del 2020.

NOLEGGI SEMPRE PIÚ LUNGHI

Il 41% degli ordini effettuati sui contratti caratteristici del noleggio a lungo termine, cioè quelli che prevedono l’utilizzo esclusivo del veicolo da parte del cliente, ha avuto durate comprese fra i tre e i quattro anni (il 32% ha riguardato contratti con durata tra i due e i tre anni, il 16% ha superato i 48 mesi e l’11% è stato relativo a durate inferiori ai due anni).
“Questa distribuzione percentuale degli ordini per durata contrattuale”, sottolinea il rapporto, “si rifletterà in futuro sull’anzianità dei veicoli che al termine della locazione verranno venduti come usato dai noleggiatori. L’usato ‘fresco’ venduto dai noleggiatori sul mercato rende molto evidente la contribuzione del settore del noleggio a lungo termine allo svecchiamento del parco italiano, considerato la maggior rapidità del turnover”.
Ma con quanti chilometri? In termini di percorrenze il 36% degli ordini ha preveduto un chilometraggio annuale compreso tra 11 mila e 20 mila chilometri, mentre il 51% è stato relativo a percorrenze chilometriche annuali superiori a 20 mila chilometri.
Solo il 13% dei contratti ha avuto percorrenze fino a 10 mila chilometri.

UNA SU TRE È MEDIA E IL DIESEL REGNA

Se si dividono le immatricolazioni 2021 per segmenti, si scopre che le vetture più acquistate dai noleggiatori continuano a essere le medie (segmento C), con un 36,5% di quota, alle quali seguono le vetture del segmento D (25%) e quelle del B (21,7%). Le citycar – in crescita di quasi tre punti – raggiungono il 13,5%.
Spostandoci sulle immatricolazioni per alimentazione, osserviamo che il diesel continua a rimanere quella preferita dalle aziende (37,8% rispetto al 19,4% del mercato italiano), anche
se ancora nel 2020 pesava per quasi il 60%: in un anno ha perso 19 punti di quota. Le ibride rappresentano la seconda scelta delle aziende con il 27% (29,4% nel totale del mercato); seguono le vetture a benzina (15% contro il 32,8% complessivo). Importante anche il numero delle immatricolazioni delle plug-in, che raggiungono l’11,4% di quota (3,3% complessivo). E ottima pure la performance delle vetture elettriche: nel 2021 le società di noleggio ne hanno acquistate oltre 17 mila, quasi 6.300 in più del 2020 (+58%).

TASTO DOLENTE: IL CAR SHARING

“È ancora un momento critico per le attività del car sharing in Italia, a causa delle restrizioni alla mobilità per via della pandemia ed ai cambiamenti sociali e del lavoro, che ne hanno rallentato fortemente il progressivo sviluppo”, si legge nel rapporto Aniasa.
Nel 2021 le vetture in flotta sono cresciute a 6.200 unità rispetto alle 5.814 dell’anno precedente, ma restano lontane dalle 7.994 del 2019 (-22%).
A dispetto del leggero incremento di mezzi a disposizione della clientela, i noleggi hanno continuato a scendere: 5,53 milioni rispetto ai 6,1 del 2020 (-9%) e ai 13 milioni del 2019. In due anni il calo è stato del 57%.

 

In collaborazione con Fleet&Business.