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L’AIE lancia l’allarme: Suv, auto e furgoni a ruote alte annullano i progressi tecnologici che hanno portato a ridurre i consumi di carburante, e quindi le emissioni di anidride carbonica, degli ultimi anni.

La riduzione delle emissioni non basta

Solo nel 2021 i veicoli leggeri per il trasporto di persone e merci hanno rappresentato circa l’8% delle emissioni dirette di CO2. Se è vero che nell’arco dello scorso anno le emissioni si sono mantenute sotto i livelli pre-pandemici del 2019, è anche vero che sono cresciute dell’8% rispetto al 2020. 

Risulta quindi chiara la necessità di fare di più, perché “per rimanere in linea con lo scenario Net Zero (emissioni nette nulle, ndr)” serve un calo di circa il 6% all’anno fino al 2030. 

E come riuscirci? sarà necessario continuare a insistere sulla riduzione dei consumi e sulla rapida elettrificazione del parco circolante, valutando di varare anche misure contro le Suv.

L’impatto delle Suv

I consumi medi (litri di benzina/100 km) sono calati dell’1,5% tra il 2010 e il 2015, grazie ai continui miglioramenti nelle tecnologie motoristiche e dell’introduzione di propulsori ibridi. L’aumento di potenza e dimensioni dei veicoli medi rallenta però questo processo e nel periodo 2017-2019 i consumi sono scesi solo dello 0,9% l’anno. Nel 2020 il mercato statunitense, dove da anni le Suv rappresentano il grosso della domanda, non ha registrato variazioni dei consumi, mentre in Europa abbiamo assistito ad un deciso miglioramento (-12%) grazie all’aumento delle vendite di vetture elettriche.

L’agenzia rileva come le auto endotermiche continuino a rappresentare la stragrande maggioranza del mercato (92% della richiesta nel 2021) mentre, per allinearsi allo scenario Net Zero, entro il 2030 almeno il 60% delle vendite dovrà riguardare auto e furgoni con alimentazione a batteria.

Raccomandazioni e suggerimenti 

L’AIE fornisce alcune raccomandazioni e suggerimenti atti a ridurre l’utilizzo dei carburanti fossili:

  • cancellazione di eventuali incentivi e aumento dell’imposizione fiscale sui carburanti fossili, con l’attenzione però che tale aumento non sia regressivo, ma attuato con misure compensative per i settori più penalizzati.
  • varare strumenti che accelerino l’efficienza dei veicoli e incentivino mezzi a minor impatto ambientale, come il bonus-malus introdotto in Francia che lega l’acquisto dei veicoli ai livelli delle emissioni: più sono alte e più aumentano le tasse, e il surplus viene indirizzato sulle sovvenzioni per l’acquisto di auto a basse emissioni. 
  • aumentare le aliquote in base al peso del veicolo per disincentivarne la vendita, in questo caso la Norvegia prevede, ad esempio, una tassa una tantum legata non solo alle emissioni, ma anche al peso a vuoto del veicolo, tassa prevista anche in Francia per i veicoli oltre i 1.800kg.
  • varare misure nelle singole città che rendano ostico il possesso delle Suv, come parcheggi basati sulle dimensioni o direttamente riservati alle auto più piccole. A Berlino e Vancouver (Canada), ad esempio, stanno valutando la possibilità di far pagare fino a 600 euro per i permessi di parcheggio.